Nel bosco
della Magnifica terra ultimamente non si parla d’ altro, che del
gatto Panceri (Valerio è il suo vero nome) de noantri, così chiamato per il suo
aspetto, oltre che per le sue innate doti canore.
Lupo contastorie
ne ha persino scritto una filastrocca che ne canta le gesta.
Prima di
legger la quale, debbono però, esser fatte delle premesse:
Il tutto si
svolge, durante una riunione nella valle delle Volpi, in cui pare che Gatto Valerio,
si sia infiltrato, pur avendone diritto, ma travestito, come già in passato, da
Gallo bianco, per star più tranquillo in quel Volpaio.
Forse nella
speranza, che qualche gallina intenta a covar l’ uovo, e qualche pollo addormentato
seguisse il suo esempio, nel sentir il suo chicchirichì.
Gallo Valerio
prende il microfono, e comincia ad esporre la sua idea.
Unico Gallo
in un Volpaio, con molti polli addormentati, e qualche gallina intenta a covare,
il nostro eroe così comincia a favellare:
Per provocarvi, vi
ho fatto una domanda,
ma par proprio che nessun di voi comprenda;
pare proprio, che a tutti non sia ben chiaro,
che siano i Lupi a cacciare il maggior danaro.
Da quel poco, che ne so’ io, del mio razzolare,
sempre intorno a Bormio mi ritrovo a gravitare;
Bormio è il nome che rappresenta tutta l’ Alta Valle,
ma per fortuna ci è alleato, e non ci dice “fuori dalle
palle”.
Ho ascoltato attentamente, il dir di Don Volpone,
e non mi è sembrato all’ altezza della situazione;
Chissà, sarà magari, la ormai raggiunta età senile,
ad averlo reso, così attaccato al suo campanile.
Il continuo voler difender, Volpi, Orsi e Stambecchi,
ha forse fatto spuntare a tutte le volpi il paraocchi?
Mi par del tutto evidente, che la caccia in Alta Valle,
la trascina Bormio, e gli altri gli s’ attaccano alle
palle.
Parlate di trasporti, ma escludiamo Bormio, e che
facciamo?
Sarà pur bello razzolar tra di noi, ma ci
autotrasportiamo?
Dalla Val Viola si va a San Carlo, da Teregua a
Plazzanecco,
da Santa Maria si va a Piazza, e poi ci filtriamo un buon
prosecco?
Don Volpone che fremeva dal Volpaio,
scattò in piedi e gliene disse un paio;
L’ intenzione, era bloccarlo, infatti il Gallo gli
procurava un guaio,
se continuava così, poi gli toccava alzarsi dalla sedia a
sdraio.
gli grida NO, per la miseria, il mio nome è Gallo Valerio;
Don Volpone che non sapeva più come gestir la situazione,
tentava di fermarlo, ma non riusciva a fermar la sua
decisione.
Il Gallo dice, forse c’è qualcosa che non ho capito,
ma allora vorrei si
ricominciasse, e tutto fosse ripetuto;
Non son venuto per sentire battibecco, in questo volpaio,
se così fosse stato, me ne sarei rimasto nel pollaio.
Fin ora ho sentito solo tante voci, a dir che i Lupi vi stanno
sui coglioni,
Tutti a dir dei Lupi, non ce ne frega nulla, e o accettan
le nostre condizioni,
che noi dettiamo senza compromessi, e allora saran con
noi, come dei fessi,
altrimenti ognun cavalchi il suo Cavallo, o Asino che
sia, e poi vediam come siam messi.
Però attenzione tutti quanti, perché il cavallo di razza
c’è davvero,
fatto stà che è in stalla a Bormio, e lo conosce il mondo
intero.
Don Volpone scatta in piedi, ed interviene riguardo l'
asino e il cavallo,
Gallo Valerio ribatte che si tratta di Asino, pur
concordando che sia bello.
Morale della favola: Attenzione, un gallo in un pollaio
può ribaltar la situazione,
se poi quel gallo finisce in un Volpaio, pur se la Volpe
è convinta di fare colazione,
a suon di beccate e chirichicchì, in quattro e quattr’
otto gli fa cambiare l’ opinone,
perché sia chiaro a tutti, che nè polli nè galline, fan rinsavire ... Don Volpone.
Per fortuna esiste il Gatto
Panceri de noantri, al quale stringo volentieri la zampa.
Intonando
il suo chiricchicchì, forse, “compare giacometto” sveglierà l’ intero volpaio,
continuando a difendere il suo pollaio.
Si vedano
immagini di repertorio, dei Galletti dell’ Alta Valtellina, tra cui l’ eroe, di
cui l’ intero bosco oggi ne canta le gesta: Gatto Valerio.